Perchè non sogno più? Come ricordarsi i sogni

Non sognare più (o non sognare mai)!

Perchè non sogno più? Capita spesso di avere periodi con intensa attività onirica e periodi dove abbiamo l’impressione di sognare di meno.

Resto sempre sorpreso rispetto al disinteresse generale che l’uomo di oggi nutre verso il mondo dei sogni, come se fossero una robetta di poco conto o, nella migliore delle ipotesi, materia esclusiva per psicologi.

Facendo una statistica personale, basata su quanto riscontro durante i miei corsi di OniroTarologia o su semplici chiacchierate con amici e conoscenti, direi che più del 50% delle persone afferma di non sognare. La frase corretta dovrebbe essere “non ricordo i miei sogni”, perchè sognare è fisiologico e tutti quanti facciamo dai tre ai cinque sogni ogni notte; il vero tema è quindi il ricordo del sogno.

Ma per semplicità, teniamo valida la formulazione della domanda nella versione: “perchè non sogno più?”, o ancora peggio: “perchè non sogno mai?”

La saggezza degli antichi sul sogno

Per rispondere al quesito, mi rifaccio sempre all’illuminante aforisma del Talmud: “Un sogno non interpretato è come una lettera non letta“.

Sulla scia di questa metafora epistolare, chiediamoci allora: perchè mai qualcuno dovrebbe continuare a scriverci se non leggiamo mai le sue lettere?

Avviene proprio così: il misterioso mittente (l’inconscio) prima o poi smette di inviare lettere a chi non dedica loro la giusta attenzione. Riscontro su me stesso che “smetto di sognare” dopo due o tre volte che non ho aperto la lettera del sogno.

Qualcuno potrebbe dire: e chi se ne frega? Una scocciatura in meno da leggere tra la bolletta del gas e i volantini del supermercato. Non funziona proprio così. Ho già parlato in un altro articolo dell’importanza dell’inconscio e dei rischi per chi lo ignora deliberatamente (Vai all’articolo “L’inconscio non esiste!”).

Ma cosa significa in concreto prestare attenzione alle lettere che ci vengono inviate in sogno? Il nostro inconscio, è vero, è una creatura selvaggia (è natura!), ma non è così permalosa. Il misterioso mittente, per continuare a scriverci, non pretende che noi comprendiamo le sue lettere, ma che almeno ci premuriamo di aprirle.

Come interagire con le lettere del sogno

Ecco allora un piccolo prontuario per continuare a ricevere le lettere dal nostro inconscio e per stabilire con esso una relazione arricchente:

1. Ripristiniamo la nostra “cassetta postale”. Riconosciamo importanza e dignità all’inconscio e a tutte le sue manifestazioni. Mettiamoci in un atteggiamento di ascolto rispetto ai suoi messaggi e addormentiamoci con la ferma volontà di ricordare al risveglio ciò che abbiamo sognato.

2. Leggiamo le lettere che ci arrivano. Ripercorriamo mentalmente ciò che abbiamo sognato (fosse anche un vago frammento) e mettiamolo per iscritto in un diario dei sogni. Questo sblocca in modo molto efficace il ricordo del sogno.

3. Cerchiamo di capire il contenuto della lettera. E’ la parte senza dubbio più difficile, perchè il nostro inconscio ha una lingua tutta sua per esprimersi. E’ l’arte dell’interpretazione dei sogni. Per chi non padroneggia questa arte, può essere sufficiente anche solo chiedersi: “che cosa avrà voluto dire questo sogno?”

4. Mettiamo in pratica il contenuto della lettera. Se riusciamo a cogliere il significato del sogno, cerchiamo di metterlo in pratica. L’inconscio è sempre una fonte di arricchimento personale, quando ne recepiamo l’insegnamento.

5. Scriviamo anche noi lettere all’inconscio, mandiamogli una lettera di risposta. Interagiamo attivamente con ciò che sogniamo, dialoghiamo con il nostro inconscio in modo creativo, servendoci di tecniche come l’Immaginazione attiva (leggi qui per approfondire) o l’incubazione onirica.

La lettera della Papessa dei Tarocchi

Proviamo ad approcciare il tema discusso secondo il linguaggio e la simbologia dei Tarocchi.

Ispiriamoci alla Papessa e pensiamo al libro che regge in mano come alla lettera che l’inconscio ci invia tramite il sogno. Come la Papessa, analizziamo questa lettera in modo intimo, interiorizziamola, tocchiamola, facciamola nostra.

La Papessa dei Tarocchi: perchè non sogno più?
La Papessa e il suo misterioso libro.

L’aquila dell’Imperatrice dei Tarocchi

Alla Papessa segue l’Imperatrice: al posto del libro, l’Imperatrice regge uno scudo con un’aquila. Sembra osservare il globo tripartito, simbolo del mondo, il suo campo di azione e di dominio.

L'Imperatrice dei Tarocchi
L’energia attiva dell’Imperatrice

L’aquila è un simbolo solare che richiama il pensiero, l’idea creativa che “vola alto” e che agisce nel mondo con la massima libertà. Il libro della Papessa si è trasformato in pensiero attivo: l’Imperatrice canalizza il contenuto della lettera onirica trasformandolo in energia per agire con concretezza nel mondo.

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