Il lavoro pratico sui sogni con i Tarocchi
Tutti sognano, ma non tutti si cimentano nel lavoro pratico sui propri sogni.
Ciò che sogniamo è come una materia prima grezza da recuperare e trasformare in combustibile per la nostra crescita personale. E’ questo lo scopo dell’interpretazione del sogno: è come un progressivo raffinamento della materia prima onirica, tramite un lavoro creativo sugli elementi sognati.
Il lavoro pratico sui sogni significa innanzitutto interagire con i vari elementi onirici, rivivendoli ed analizzandoli creativamente. Nel metodo dell’OniroTarologia, i Tarocchi vengono utilizzati come supporto per compiere il lavoro pratico sui sogni, aiutandoci a visualizzare le forme simboliche sottostanti al sogno e stimolando le giuste domande per giungere ad un’interpretazione che ci arricchisca.
Vediamo dunque questo processo con un esempio pratico, basato su un breve sogno proposto da una mia amica, Laura.
Il lavoro pratico sui sogni con i Tarocchi
Laura ha intitolato il suo sogno “L’impiegato ostile” e la descrizione è la seguente:
“Sono in ufficio. Dietro una scrivania siede un impiegato che non ho mai visto. Mi odia profondamente e non so il perchè.”
Lavorando sulle emozioni di Laura e sulle sue associazioni personali, comprendiamo che La Giustizia è il Tarocco che cattura l’essenza del sogno: il sentirsi giudicati e sotto la minaccia di una punizione.

Con La Giustizia sotto gli occhi iniziamo allora il lavoro pratico sul sogno, lasciandoci ispirare dai suoi elementi simbolici e procedendo con un piccola intervista.
Lo sguardo della Giustizia: l’esame
Io: “La Giustizia ti guarda negli occhi. Quale aspetto della tua anima stava scrutando l’impiegato?”
Laura: “Ultimamente mi sono data poco da fare al lavoro; credo che l’impiegato ce l’avesse con me per questo motivo.”
La spada della Giustizia: la punizione
Io: “Perchè nel sogno temevi l’impiegato? Che tipo di punizione ti prospettava?”
Laura: “Temevo mi mettesse in cattiva luce con i miei superiori.”
La bilancia della Giustizia: gli elementi del giudizio
Io: “Quali elementi stava soppesando l’impiegato nel giudicarti?”
Laura: “Probabilmente sul piatto della bilancia l’impiegato stava soppesando le energie che infondo nel mio lavoro. Ammetto che sono molto meno motivata di un tempo.”
Il ginocchio della Giustizia: il giudizio falsato
Io: “La Giustizia condiziona l’imparzialità del giudizio falsando con il ginocchio l’equilibrio tra i piatti della bilancia. In cosa l’impiegato era prevenuto nei tuoi confronti? Quale ingiustizia stavi subendo?”
Laura: “E’ vero che ultimamente sono meno energica nel mio lavoro, ma sono sempre stata molto collaborativa con i miei colleghi. Sentivo che l’impiegato non valutava equamente questa mia potenzialità.”
Il trono della Giustizia: l’autorità
Io: “La Giustizia siede su un trono. Dall’alto di quale trono ti giudicava l’impiegato?”
Laura: “Sentivo che l’impiegato ricopriva un ruolo più importante del mio. Aveva l’aria di uno stacanovista, un secchione, uno che ha sempre sgobbato e trascurato la propria vita privata per fare carriera. Quel ruolo di prestigio se lo era sudato, se lo meritava.”
La chiave di volta del lavoro pratico sui sogni
Io: “C’è una parte di te che assomiglia a quell’impiegato?”
Laura: “Tombola. Sì, credo che quell’impiegato rappresenti una parte di me. In passato ero molto ambiziosa e stacanovista, ma negli anni mi sono ammorbidita, puntando tutto sull’intrattenere buone relazioni con i miei colleghi piuttosto che sporcarmi le mani con il duro lavoro. Quella parte di me che appartiene al passato oggi probabilmente mi odierebbe. Devo cercare di riconciliarmi con questa vecchia me stessa. A pensarci bene mi rendo conto che sono persino giunta ad odiare gli impiegati troppo solerti e stacanovisti! Sono io ad emettere sentenze e giudizi falsati!”
Lavoro pratico sui sogni: considerazioni conclusive
Secondo Carl Gustav Jung non è tanto importante quello che si sogna, ma il modo in cui ci relazioniamo in modo cosciente rispetto a ciò che abbiamo sognato.
A conclusione del lavoro di interpretazione del sogno, una volta individuato l’insegnamento di fondo, bisognerebbe sempre chiedersi: “Che cosa intendi fare ora?“. Laura potrebbe cercare di rispolverare il suo vecchio “impiegato stacanovista interiore”, oppure cambiare atteggiamento rispetto a chi mette il lavoro al centro della propria vita. Ma potrebbe anche decidere di non fare nulla per cambiare le cose: è anche questa una scelta, ma presa con coscienza di causa. Non lasciamo che sia l’inconscio a decidere per noi!
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Caro Max,
come sai, mi meraviglio sempre nel constatare come gli Arcani- in questo caso la GIUSTIZIA- sappiano dare importanti spunti e suggerimenti per riuscire a cogliere il messaggio che il sogno ci dona.
Seguendo le tue domande e le risposte di Laura mi sono ritrovato con la chiave interpretativa proposta da Jung che viene ben focalizzata nel momento in cui Laura riconosce nella figura dell’impiegato una parte di sé.
Anche il commento finale mi sembra ben centrato : non fare nulla però è come rifiutare un dono.
Grazie per il tuo aiuto a conoscerci meglio!
Giuseppe
Grazie del commento caro Giuseppe! I Tarocchi ci permettono infatti di visualizzare quegli aspetti “Ombra” come esterni a noi: il vero lavoro inizia quando comprendiamo che sono parte di noi! 🙂