Il Sè junghiano e la compensazione dei sogni

Tra le funzioni del sogno vi è quella di supportare il processo di individuazione, cioè il conseguimento del Sè junghiano.

E’ difficile spiegare in pratica in cosa consista il Sè junghiano, trattandosi di un prodotto della perfetta interazione tra la coscienza e l’inconscio. E ovunque entri in ballo l’inconscio, tutto diventa difficile da afferrare con la nostra mente razionale!

Però possiamo utilizzare una brillante esortazione di Jung stesso nello spiegare il Sè: “diventa ciò che sei sempre stato.”

In altre parole, il Sè consiste nel trovare il vero centro della propria individualità, l’essere “centrati”.

Ora, l’esperienza del Sè va considerata come un’approssimazione. E’ una meta ideale cui tendere; lo stesso Jung non riesce a fornire spiegazioni dettagliate di cosa accada, in concreto, quando una persona riesce a vivere nel Sè. Possiamo forse immaginare questa esperienza con l’apoteosi del vivere nell’eterna presenza, in totale coscienza, “nel Brahman”.

Personalmente ho sempre immaginato che vivere l’esperienza del Sè ci riporterebbe – paradossalmente – ad uno stato animalesco: non nel senso di essere privi di una coscienza, ma di essere una perfetta fusione tra i nostri istinti e la nostra volontà, in armonia con le leggi del cosmo. Non è un caso che gli animali fossero venerati come divinità fin dalla notte dei tempi!

E non è un caso che nei Tarocchi, dove il Mondo può essere interpretato come il mandala del Sè junghiano, tre creature delle quattro che attorniano l’androgino siano animali. (Clicca qui per vedere un breve video sulla simbologia junghiana del Mondo dei Tarocchi)

Il Mondo dei Tarocchi e il Sè junghiano
Il Mondo dei Tarocchi come Sè

Il Sè junghiano e la compensazione del sogno

Se è vero che conseguire il Sè è un’astrazione, possiamo però farci un’idea di quanto siamo lontani dal nostro Sè esaminando i nostri sogni.

Poichè la funzione primaria del sogno è compensare le storture dei nostri atteggiamenti unilaterali coscienti, possiamo trovare una “bussola” rispetto al nostro Sè con questo esercizio empirico:

  • Se i nostri sogni rappresentano in gran parte situazioni che contrastano e confliggono notevolmente con il nostro atteggiamento cosciente, allora siamo piuttosto lontani dal Sè;
  • Se, al contrario, le situazioni oniriche sono molto allineate al nostro atteggiamento cosciente e non emergono particolari conflitti, allora siamo più vicini al nostro Centro del Sè;
  • Una terza circostanza, più subdola e beffarda, è quando il sogno enfatizza con tratti paradisiaci una situazione che stiamo vivendo nella realtà. E’ una vera e propria caricatura che l’inconscio fa di noi, come a sottolineare quanto viviamo scollegati dal fondamento di noi stessi, ebbri del nostro Ego.

Naturalmente questo è un esercizio molto semplicistico, e richiede da parte nostra la comprensione di quanto si cela di conflittuale nei nostri sogni. Un termometro utile a questo proposito è analizzare come ci sentiamo al risveglio.

Se ci svegliamo tristi, affranti, spaventati, allora il sogno ha evidentemente messo il dito in un conflitto, per quanto non siamo stati in grado di interpretarlo correttamente. Ed è questo un segnale che qualcosa ci allontana dal nostro Sè.


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